Vogliamo citare questo brano tratto dal libro di George M. Dallam & Steven Jonas "Triathlon da campioni", edito dalle Edizioni Libreria dello sport (2009) (pagg. 28-29). Parole che condividiamo appieno e che ci teniamo a divulgare:
"...le convinzioni che possono essere supportate da una forte base scientifica, potrebbero essere più razionali di quelle che vengono portate avanti in generale, perchè questo è ciò che avviene abitualmente in una determinata cultura. La resistenza a delle idee alternative, un'ansia apparentemente non collegata ad un argomento o ad una situazione e una natura eccessivamente zelante sulle visioni correnti, sono tutti segnali di avvertimento che le proprie convinzioni potrebbero non essere razionali, cioè non basate sui fatti o sull'esperienza reale. Un classico esempio è la convinzione che lo stretching statico sia utile nel prevenire da eventuali infortuni. Mentre questa convinzione è comune tra gli allenatori, tra i preparatori atletici e tra i medici, la prova scientifica attuale, raccolta nel corso di molti anni, dimostra chiaramente poco o addirittura nessuna relazione tra le due realtà. Molti atleti credono che lo stretching sia utile nel prevenire dagli infortuni solamente perchè è stato detto loro da qualcuno che aveva una certa autorità.
Certamente, la strada migliore da percorrere, prima esaminando e poi correggendo al meglio l'apparato di convinzioni, è quella sia di accumulare dell'esperienza reale e sia di acquisire delle informazioni oggettive e reali. Di solito l'informazione scientifica è la fonte migliore in riferimento all'allenamento e alla competizione atletica, anche se bisogna considerare che non tutta la scienza potrebbe essere valida a livello metodologico. Generalmente è meglio cercare una grande quantità di prove, cioè che le idee siano state dimostrate nel tempo in numerosi studi. L'atleta dovrebbe poi esaminare quelle idee in modo oggettivo su se stesso, prima di accettarle..."
Nessun commento:
Posta un commento